Le FAQ: Corteggiamento
La seduzione nella storia

Seduzione nei secoli

La seduzione: da Satana a Hollywood di Carlo della Torre

Il gioco della seduzione

Il sottile gioco dellla seduzione è da sempre presente in ogni forma dell'esistere: è l'eterna molla della vita, nel bene e nel male, nonostante i cambiamenti che la concezione della seduzione ha incontrato nel corso dei secoli. Secondo Kirkegaard i Greci non avevano cognizione della seduzione. La visione cristiana identifica invece la seduzione con il diavolo. Il verbo sedurre prende il significato di ingannare, deviare: Satana diventa il re dei seduttori.

Durante il medioevo la seduzione trovò poco spazio. L'Amore era il principio che muoveva il mondo, ma era l'Amor Sacro a prevalere sull'Amor Profano: l'innamorato non doveva cedere ai sensi ma alla forza spirituale.
Nel Seicento la seduzione si avvicinò molto all'estasi: l'amore non ascende dal corpo ma vi discende tumultuosamente fino a provocare l'appagamento e l'estasi.
La seduzione raggiunse il suo massimo spendore nel Settecento, perdendo il suo significato originariamente negativo e suscitando grande interesse. Cambiarono le leggi del bello: il bello diventa relativo ed il gusto è soggettivo. Questa è l'epoca dei grandi seduttori, dall'inappagabile Giacomo Casanova, alla ricerca unicamente del piacere dei sensi, al più cinico Don Giovanni, proiettato verso l'esibizionismo ed il successo sociale.
C'è un passaggio fondamentale per la comprensione della nuova figura che va delineandosi nell'Ottocento, la "seduttrice": la posizione del marchese di Sade (seduttore secondo l'accezione originaria ovvero corruttore). L'arte seducente e seduttiva del rococò, molto lineare, evolve in una più complessa forma di seduzione e la donna -la femmina fatale del decadentismo- si trasforma in una femmina vampiro (Baudelaire) il cui fascino è quello della sera.
La vera seduzione non si esercita nel soddisfare il desiderio ma nel suscitarlo. Sempre durante il romanticismo vediamo emergere un nuovo tipo di seduttore che fa della propria raffinata eleganza trasgressiva uno strumento di seduzione intellettuale, il dandy. Lord Brummel ne è l'inventore all'inizio del secolo ed Oscar Wilde porta l'idea alle estreme conseguenze alla fine del secolo. Nell'estetismo di fine secolo è intesa solo come principio generale di fascinazione e ridotta ad essenza dell'estetica e dell'arte. La seduzione in questo periodo è rivolta unicamente a provocare un interesse ispiratore sull'artista.

Il '900

È con D'Annunzio che si ripropone nella piena luce del successo e finalmente senza "dramma", anzi come sospensione della tristezza. Il dominio della seduzione è nuovamente passato al maschio: il poeta-soldato, l'artefice che vede il mondo in termini di conquista.
In Gustav Klimt c'è invece un'autentica e "femminea" elaborazione della "malattia" di fine secolo: la donna personifica non solamente la tentazione ma anche la poesia....e sulla seduzione della carne trionfa la seduzione dell'arte (bellezza purificata).
Con l'avvento della psicoanalisi la seduzione viene considerata un'illusione, la creazione di un feticcio....la comprensione del proprio agire. Ogni rapporto interpersonale crea un sottile gioco di seduzione: entrambi gli individui cercano di conquistarsi reciprocamente. In essa si cela un bisogno nascosto creato dalla propria immaginazione ed è molto difficile sottarsi al suo fascino.

Mai come nel Novecento l'arte si allontana bruscamente dalla seduzione.
E dopo quel senso di "persuasione " barocca e "seduzione" rococò, romantica e liberty, il nuovo e unico possibile stimolo è ora la "provocazione". Prevale l'avventura dell'intelletto su quella dell'animo e dai disagi e dalle denuncie sociali ne deriva l'inquietudine. L'arte abbandona dunque la natura e il suo simbolo, la donna. Ed anche se può esserci una forma di seduzione, questa viene vista nell'ottica maschile: la donna va maltrattata, è maltrattando che si conquista! Viene ripudiato il passato con i suoi sentimentalismi e sembra tramontare l'idea del peccato: la donna è sesso, il sesso è donna. La bellezza sta per essere cancellata dal mondo dell'arte e sublimata dalla macchina da presa: Marlene Dietrich (Angelo Azzurro), la divina Greta Garbo o la meno caricaturale, più calda e "distrattamente" maliziosa Marilyn Monroe.
In un mondo privato di contenuto, la seduzione riempe il vuoto lasciato dal senso e si identifica non solamente con lo star system, ma con i mass media e i loro messaggi "persuasivi": anche la persuasione occulta è una forma di seduzione. La fotografia, filtrando la realtà, sublima il rapporto... e la seduzione si riduce ad una rarefatta estasi estetico-esistenziale e quindi completamene "artificiale". Nonostante i progenitori illustri (Giove, Don Giovanni, Casanova) è, almeno nell'accezione che questa sua definizione richiama, un prodotto del mercato culturale di epoca relativamente moderna. Sono i film di Rodolfo Valentino che hanno inaugurato il culto del semidio seduttore italiano. L'emigrante italiano ma di bell'aspetto, ballerino di tango e sensibile che ha offerto il pretesto all'industria culturale per la costruzione di un prodotto di largo consumo.

Tratto da: http://www.seduction.net/centuries2i.htm
Copyright ©1999 ISD Online. Ultimo aggiornamento : 18 giugno 2001.
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