Le FAQ: Perversioni Feticismo |
Il Feticismo
Definizione ed origini del
termine
Cause del feticismo
Feticismo Patologico
Il collezionismo ossessivo
I sensi del feticismo
Feticismo dell'incorPorazione e dell'esPulsione
Feticismo di adesione e di coesione
Conclusione
Definizione ed origini del
termine
Feticismo, si definisce così lo spostamento della META sessuale dalla persona
viva nella sua interezza ad un suo sostituto, sia ciò che la sostituisce, una
parte del corpo stesso, o una qualità, un indumento o qualsiasi altro oggetto.
Il termine feticismo deriva dal portoghese. Quando nel XVIII secolo i mercanti
di schiavi portoghesi entrarono per la prima volta a contatto con le religioni
animistiche dell'Africa, applicarono agli oggetti di culto animistici il
termine feitico, derivato a sua volta dal latino factitius, artificiale. Il
significato originario era quindi quello di "oggetto prodotto mediante un
procedimento tecnico" che raffigura e sostituisce una forza della natura, ad
esempio la fertilità, la potenza virile, l'attitudine alla procreazione. Il
termine si diffuse negli studi storico-religiosi già alla fine del XVIII
secolo in seguito all'interesse suscitato da una delle prime opere di
comparazione religiosa, Du culte des dieux fétiches del francese Charles de
Brosses pubblicato nel 1760. Tuttavia, soltanto lo psicologo sperimentale
francese Alfred Binet (1857-1911) trasferì il termine dalla ricerca
storico-religiosa a quella sessuologica, al fine di fornire una spiegazione al
fenomeno per cui numerose persone idolatrano determinate qualità o determinati
oggetti esattamente come i popoli primitivi il bastone, la pietra, la clava o
l'immagine lignea (Binet, Du fétichisme datis l'amour, "Revue philosophique",
1887). Prima di Binet d'altra parte la sessualizzazione, deificazione e
venerazione di oggetti inanimati aveva già posto numerosi interrogativi. Binet
scoprì però che praticamente qualsiasi cosa può diventare oggetto di
venerazione per il feticista: una certa pelliccia, le pellicce in genere o la
pelliccia dei partner; i capelli della persona amata, i capelli in generale o
i capelli di un determinato colore; tutte le cinture, o solo quella della
persona amata, oppure tutti gli oggetti in pelle; il cappello della persona
amata, qualsiasi cappello oppure i cappelli di un determinato tipo. L'elenco è
infinito, le possibilità di variazione illimitate.
Cause del
feticismo
Quali ne sono le cause? Si può supporre che alla base di questo comportamento
vi sia la nostra incapacità nella prima infanzia - al risveglio dei sensi - di
percepire una persona come un'unità: la madre rimane una serie d'impressioni
separate l'una dall'altra, con un seno che nutre; un capezzolo che si afferra
con le labbra, una voce che consola, mani che dispensano carezze, una bocca
che bacia, dei capelli che fanno il solletico e così via. In questo modo
l'adulto comporrà poi l'immagine del partner ideale. Così prende
originariamente forma il feticismo. E quando l'innamorato chiede alla sua
bella una ciocca di capelli, una lettera o una cartolina profumata, quando
conserva il suo fazzoletto o il suo guanto, in lui riaffiora qualcosa di
quello stadio. Ben diversa, certo, è l'esistenza del feticista vero e proprio,
che può implorare inizialmente solo un pelo pubico, un reggiseno o un paio di
mutandine e, ad uno stadio ulteriore, trascendere al furto di biancheria
intima in un negozio o dalla fune del bucato. Ma è innegabile una radice
comune. In tutti i feticisti, che possono essere sia eterosessuali sia
omosessuali, e la cui attività erotica si può esplicare in modo sia
alloerotico sia autoerotico, si può osservare una forma attiva, una passiva e
una esclusivamente contemplativa: nella prima forma il feticista usa
attivamente il feticcio, nella seconda vuole che il feticcio sia in qualche
modo usato su di lui da un'altra persona e nella terza egli trae piacere dalla
contemplazione dei feticci collezionati.
Ogni sistema sviluppa una tendenza sessuale che gli è particolarmente congeniale: la polis ateniese sviluppò la pederastia, il feudalesimo al tramonto del XVIII secolo il sadismo, la borghesia il feticismo. Nei Tre saggi sulla teoria sessuale Freud afferma che "un certo grado di feticismo è di regola proprio dell'amore normale, in special modo in quegli stadi di innamoramento nei quali la META sessuale normale appare irraggiungibile, oppure sembra negato il suo adempimento. (... ) Il caso patologico subentra solo quando il desiderio del feticcio si fissa al di là di questa condizione e si sostituisce alla META normale, inoltre quando il feticcio distaccato dalla persona diventa unico oggetto sessuale" (IV, 467). Si passa insomma al patologico, quando all'uomo che vuole vedere oggi la moglie in calze a rete nere (primo stadio), domani basteranno soltanto queste ultime per masturbarsi (secondo stadio); e, al terzo stadio, non sentirà neppure più il bisogno di masturbarsi: l'orgasmo subentrerà al solo guardare, toccare o indossare lui stesso le calze. Al quarto stadio, infine, non sarà neppure più in grado di avere un orgasmo, perché nell'economia sessuale regna una law of diminishing returns, per cui a parità di stimolo la reazione diminuisce. Quanto più maniacale l'ossessione sessuale, tanto minore il soddisfacimento. Ma anche l'inverso: meno soddisfacimento procura l'ossessione, più maniacale diventa l'ossessione stessa.
Il collezionismo
ossessivo
Il collezionismo ossessivo è caratteristico del feticismo:
al riguardo W.Stekel ha coniato il termine culto dell'harem. Il feticista
gestisce la sua collezione come un pascià che quotidianamente si sceglie una
nuova favorita "ripudiandone" un'altra. Il feticcio è considerato come un
essere vivente. D'altra parte, quanto più il feticista si dedica al suo harem,
tanto minore diventa il suo interesse per la persona viva nella sua interezza.
Soltanto nel suo harem il feticista si sente sicuro. Soltanto qui può regnare
indisturbato. Qui vigono esclusivamente le sue leggi. Qui è al riparo dalle
delusioni. Ora, tutto ciò non è solo una fuga dalla realtà e dalle
responsabilità, ma, rendendo sempre più difficili i rapporti sessuali veri e
propri, è anche una fuga dal partner.
Potrebbe pertanto avere ragione Stekel a ipotizzare che alla base del
feticismo vi sia una componente sessuofobica: il timore del coito. Il
feticista cela a se stesso questo timore ostentando disprezzo. Egli dà a
vedere (e si autoconvince con questa finzione) di provare disprezzo per coloro
che hanno rapporti sessuali. Al medico racconterà sempre quanto disgustoso,
antigienico e antiestetico sia ogni contatto sessuale tra uomo e donna. Un
bacio "provoca infreddature", l'alito della maggior parte delle persone "ha
cattivo odore", le donne "puzzano di pesce marcio", il coito "è animalesco",
insomma ogni rapporto sessuale è ripugnante. Il feticismo equivale dunque a
una sorta di castità, a un'ascesi per cui ci si aspetta una ricompensa divina.
"Il feticista si inchioda sulla croce della sua nevrosi alla quale sta appeso
con orgoglio narcisistico" (W. Stekel, Stórungen des Ttiebs- und Affektlebens,
Vol. VII).
Praticamente ogni tipo umano, ogni caratteristica fisica ed ogni qualità
psichica possono fungere da feticcio nei primi stadi del feticismo. Ogni parte
del corpo, ogni secrezione corporea (sangue, sperma, sudore, feci, orina ecc.)
nello stadio intermedio. Ogni indumento, ogni oggetto essere collezionabile
nel terzo stadio. Molti feticisti nutrono un forte interesse per le formazioni
e mutilazioni e, sempre in quest'arnbito, per le persone deformi e menomate.
Per un gruppo straordinariamente nutrito di essi, invece, fungono da feticcio
le persone brutte, donne incinte o obese.
I sensi del
feticismo
Per altri il vedere, sentire, annusare, gustare, palpare o inghiottire
determinate cose è importante almeno quanto il coito per la persona sana. Il
voyeur è un feticista fissato su impressioni ottiche. Più rara è la
feticizzazione d'impressioni acustiche; ma lo stimolo che i sensi ricevono dal
cantante rock (beat per generazioni precedenti e, prima ancora, dal tenore
nella parte dell'eroe) è senz'altro feticizzazione della voce umana. Del
resto, anche nella vita quotidiana una voce stentorea o profonda, cristallina
o rauca può condizionare la nostra scelta sessuale. Più logico è invece
l'interesse per i rumori prodotti durante i rapporti sessuali.
Ma tra i cinque sensi l'olfatto è certamente quello più determinante nella
feticizzazione. Spesso è per il loro odore che certe parti del corpo vengono
feticizzate. Ed è ancora per il loro odore, o per l'odore connesso a quelle o
ad altre parti che numerosi oggetti si trasformano in feticci. Basti pensare
al ruolo che, tra gli odori, spetta a quelli dell'ano, delle ascelle, dei
genitali, dei piedi, dei capelli, della biancheria, delle calze, dei
fazzoletto.
Quanto al gusto, è perlopiù quello assimilabile alle secrezioni corporee, a
far diventare determinate sostanze feticci: cacciagione, formaggio, rognoni.
Ma lo stesso vale per le secrezioni corporee stesse. Anche al di fuori
dell'ambito del feticismo è noto il fenomeno per cui la palpazione
dell'oggetto o della parte dei corpo amato possono fungere da surrogato dei
coito. Taluni raggiungono spontaneamente l'orgasmo al solo toccare il corpo
dell'altro, senza neppure bisogno di sfiorarne i genitali. Al feticista accade
la stessa cosa al solo toccare, indossare, spogliare o spogliarsi dell'oggetto
prediletto: scarpe, guanti, biancheria intima. Rientrano in quest'ambito tutta
una serie di feticismi di contatto patologici (complesso del succhiotto,
delire de toucher, erotismo del movimento, frotteur, solletico,
tatto).
Feticismo dell'incorporazione e
dell'espulsione
Esiste poi un feticismo dell'incorporazione e, inversamente, dell'espulsione:
feticizzate allora sono le sostanze o gli oggetti incorporati o espulsi
attraverso la bocca, l'ano, i genitali oppure l'epidermide. Ma se la forma di
feticismo più nota è quella degli indumenti non bisogna dimenticare come
oggetto di feticismo determinate professioni specie se legate a un abito
particolare, quali la tonaca dei preti e delle monache, l'uniforme di
infermiere, soldati e cavallerizzi.
Determinati colori risvegliano un'eco dell'infanzia diventando così dei
feticci, in particolare il nero, il rosso, il giallo e il viola. E feticci
diventano anche determinate stoffe, alcune per la loro morbidezza (seta,
velluto, pelliccia), altre perché sono rigide e comprimono (cuoio, gomma ecc.;
impermeabili in questi materiali sono collezionati e indossati da feticisti
con una componente sadomasochistica o esibizionistica).
Tutto ciò che comprime e lega si presta particolarmente a venire feticizzato:
cintura, busto, scarpa. Ma questa forma di feticismo non si manifesta solo
nell'indossare o collezionare gli oggetti suddetti, bensì anche
nell'applicarsi, applicare o collezionare costrizioni di ogni tipo.
Feticismo di adesione e di coesione
M. Hirschfeld aveva a suo tempo distinto tra feticismo di adesione in cui
rientrano tutti i capi d'abbigliamento, e feticismo di coesione comprendente
tutto ciò che viene impresso, attaccato, steso ecc. su una parte dei corpo o
che con il corpo entra comunque in stretto contatto, dai tatuaggi al
bidet.
L'odio per il feticcio (antifeticismo), che si manifesta nel danneggiarlo o
distruggerlo, ha col feticcio lo stesso rapporto del sadismo con l'amore.
Anche il fuoco funge da feticcio o antifeticcio: in forma masochistica
(automarchiatura a fuoco) e sadica (piromania). Lo stesso vale per il freddo,
per l'acqua (undinismo) e per la sporcizia che però compare molto più spesso
come feticcio che come antifeticcio (misofilia, scatofilia).
Armi, arnesi e strumenti per colpire e per pungere hanno un particolare valore
per i feticisti con tendenze sadomasochistiche e vengono collezionati e usati
con fanatismo, sia contro un partner sia contro se stessi. Quadri e altre
immagini, ma soprattutto bambole e manichini occupano una posizione
privilegiata nel feticismo. Il feticista infatti è attratto dall'immobilità
mortuaria. (... )
Conclusione
L'arco della nostra analisi è concluso. Avevamo iniziato con il culto
animistico da cui Binet derivò il termine di feticismo per spiegare la
trasformazione di determinati oggetti o qualità in demoni sessuali. Con la
sessualizzazione di piante e animali siamo giunti a una forma di feticismo
simile all'animismo: la sessualizzazione del demonico. In quest'ambito uno
spirito, una dea, un demone femminile o maschile servono da surrogato di un
essere vivente per un rapporto sessuale immaginario ritualizzato in senso
feticistico.
TRatto da: httP://www.bdsmitalia.com/feticismo.htm CoPyright ©1999 ISD Online. Ultimo aggiornamento : 30 ottobre 2000. |
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