Le FAQ: lo sviluppo sessuale L'Andropausa |
L'esistenza dell'andropausa è stata per molto tempo, e spesso lo è ancora oggi, messa in discussione. Secondo alcuni medici l'andropausa non esiste, secondo altri forse sì forse no. Secondo altri ancora, l'andropausa esiste ma è un fenomeno poco frequente e sono pronti a dichiarare che assai di rado ne hanno visto un caso conclamato e indiscutibile.
L'incertezza sull'esistenza o meno dell'andropausa è dovuta a diversi fattori. Un ruolo non secondario hanno avuto senza dubbio i vari tentativi di paragonarla alla pubertà e alla menopausa; infatti pubertà (maschile e femminile) e menopausa sono eventi meglio definiti sotto l'aspetto ormonale e riproduttivo. Nell'andropausa, invece, non esistono profonde alterazioni della capacità riproduttiva. Infatti quest'ultima, acquisita con la pubertà, scompare nella donna con la menopausa, mentre persiste, anche se ridotta, nell'uomo andropausale. Ne sono testimonianza i tanti casi di uomini, alcuni dei quali celebri (Pablo Picasso, Charlie Chaplin, Yves Montand, Antony Quinn), che hanno avuto figli in età avanzata.
La mancata perdita in termini assoluti della capacità riproduttiva, che pure viene ad essere compromessa col passare degli anni, e la mancanza di eclatanti modificazioni ormonali e del corteo sintomatologico ad esse correlato (come sono nella donna le vampate di calore, vari disturbi neurovegetativi, le alterazioni del sonno e dell'umore) hanno messo in dubbio l'esistenza dell'andropausa o condizionato il suo riconoscimento alla presenza di tali modificazioni e segni. Sottovalutando ed ignorando invece quello che è il punto centrale del fenomeno andropausale: la variazione della sessualità maschile.
L'andropausa, intesa quindi come "crepuscolo" della virilità, è un fenomeno costante della vita di ogni uomo e rappresenta uno stadio della sua sessualità, così come la pubertà e la maturità sessuali. Essa si intreccia e si sovrappone a quelle fasi della vita dell'uomo che sono la maturità avanzata e la terza età. In sintesi, l'andropausa si concretizza e si caratterizza in una serie di mutamenti biologici e psicologici che accompagnano il decadimento progressivo dell'uomo.
L'andropausa nelle società occidentali
L'incidenza e l'importanza dell'andropausa nel mondo occidentale è sempre più considerevole, in relazione all'allungarsi della vita media dell'uomo. Cento anni fa un cinquantenne, ammesso che fosse riuscito a sopravvivere fino a raggiungere tale età, era considerato vecchio, cosa che del resto tutt'ora avviene nei paesi del III e IV mondo.
La situazione socio-economica e le abitudini sanitarie dell'epoca erano indubbiamente tali da non favorire una sessualità in età avanzata e al di fuori della finalità riproduttiva, almeno nella maggior parte degli individui. Oggi un uomo di 50-60 anni viene considerato spesso "giovane", e quindi in grado ancora di vivere una valida sessualità. Si veda l'esempio di molti uomini di spettacolo ultracinquantenni: essi sono considerati quasi ancora dei ragazzi e nessuno li ritiene ormai asessuati o, al contrario, degli anormali se non sembrano aver abdicato alla loro vita sessuale.
Tutto ciò, unito al valore non riproduttivo, che sempre più, contrariamente al passato, il sesso ha assunto e va assumendo nella nostra società, fa comprendere il profondo impatto che l'andropausa assume nella vita relazionale dell'uomo moderno.
Del resto stabilire a che età inizi l'andropausa è molto difficile; la difficoltà deriva da molti fattori. Tra di essi la mancanza di marcatori univoci ed eguali per tutti, come sono la prima eiaculazione (spermarca) e la prima mestruazione (menarca) per segnare l'inizio della pubertà, o come la scomparsa dei flussi mestruali regolari per riconoscere l'inizio della menopausa.
Altra grande variabilità, da individuo ad individuo, è la sintomatologia andropausale e l'epoca di inizio del decadimento sessuale. Si può comunque affermare che il fenomeno può assumere rilevanza clinica a partire dai 50-55 anni. Il suo comparire, in alcuni casi, può passare del tutto inosservato, in altri può essere vistoso e chiaramente riconoscibile.
Certo l'insuccesso, l'incapacità totale o parziale a praticare sesso, ripetuta nel tempo, in una persona precedentemente attiva e sessualmente valida, è manifestazione inequivocabile di andropausa.
Prima di arrivare a situazioni eclatanti e avanzate, segnali del nuovo stato sessuale sono e possono essere un variato atteggiamento verso il sesso, una spinta meno forte e a volte anche meno ossessiva verso la ricerca di esso. Si può osservare una scarsa capacità di adattarsi e di reagire a situazioni normalmente stimolanti, come ad esempio una nuova partner o un incontro occasionale.
Le modalità di transizione dalla maturità sessuale all'andropausa sono certamente diverse. Alcune volte l'esordio è acuto: l'individuo sembra passare improvvisamente da uno stato di efficienza ad una condizione di astenia o di vera e propria inefficienza sessuale. In genere in questi casi il decadimento si è andato instaurando invece in modo progressivo, ma il soggetto non è stato in grado di rendersene conto e tende ad attribuire, al momento di eclatante difficoltà sessuale, ad un preciso evento la causa della crisi; sull'episodio, che diventa il capro espiatorio di una situazione generale, si costruiscono spesso e rapidamente meccanismi psicologici di rafforzamento, capaci soltanto di esasperare ulteriormente la difficoltà sessuale.
Altre volte l'instaurarsi dell'andropausa è più lento e progressivo. L'individuo scivola lentamente da uno stato all'altro, dalla maturità alla decadenza, senza grossi scossoni o eventi traumatici.
I sintomi di contorno sono gli stessi dell'invecchiamento: si osserva una riduzione della vis, dell'energia e della forza vitale; con il passare degli anni, specie dopo la VI-VII decade, si riduce l'efficienza dei meccanismi ormonali, neurologici, vascolari e muscolari che sono alla base dell'intero comportamento sessuale maschile. Quindi l'andropausa è correlata direttamente con l'età cronologica dell'individuo, anche se non sono assolutamente rari i casi di asincronia tra età cronologica ed età andropausale.
Un uomo può essere infatti relativamente giovane ed efficiente sul piano fisico e psichico e compromesso o invecchiato precocemente dal punto di vista sessuale.
L'andropausa è stata recentemente studiata sotto il profilo ormonale, nel tentativo di riconoscere una o più variazioni ormonali tipiche di tale stato, come per la menopausa.
Per quanto riguarda le due fondamentali funzioni del testicolo, secrezione del testosterone (ormone maschile) e produzione di spermatozoi, con l'avanzare dell'età si assiste ad una progressiva, minore efficienza. Nei soggetti anziani (che abbiano più di settanta anni) i testicoli sono più piccoli rispetto a quelli degli individui più giovani. Si determinano inoltre chiare modificazioni della capacità riproduttiva: la fertilità, pur conservata, diminuisce con il passare degli anni. Il declino della produzione di spermatozoi è un fenomeno graduale e progressivo con aumento nell'eiaculato di forme immobili o alterate nella funzionalità ed incapaci quindi di fecondare.
Con l'età si osservano alterazioni ormonali più o meno importanti.
I livelli del più importante ormone maschile, il testosterone, diminuiscono con il passare degli anni. Il ritmo circadiano di questo ormone (elevato al mattino e ridotto la sera) tende a scomparire.
Nel soggetto anziano si osserva un progressivo incremento nel sangue dell'estradiolo, l'ormone femminile, prodotto dal testicolo.
Oltre a queste variazioni degli ormoni sessuali, nel maschio anziano si osservano alterazioni della produzione dei due fondamentali ormoni prodotti dall'ipofisi (ghiandola cerebrale) che stimolano e controllano il testicolo. Le gonadotropine (FSH ed LH) nel soggetto anziano tendono ad aumentare anche se non raggiungono i livelli elevati della donna in menopausa.
Il comportamento sessuale del maschio non più giovane è stato studiato, come già ricordato in precedenza, in modo particolare da Kinsey e da Martin. Questi autori, in base a informazioni ricavate tramite la memoria a lungo (Kinsey) e a breve termine (Martin), hanno osservato che la frequenza dei rapporti sessuali e dell'attività sessuale globale del maschio diminuisce con l'età.
Masters e Johnson invece hanno osservato le variazioni della risposta sessuale nel maschio anziano. Essi hanno riscontrato che è la risposta di eccitazione, in altre parole l'erezione, ad essere particolarmente interessata. Notevoli peraltro le differenze nella risposta di eiaculazione ed orgasmo.
Per quanto riguarda l'erezione c'è bisogno, perché venga prodotta, di una maggiore stimolazione (sia essa di tipo psichico che, e soprattutto, di tipo meccanico) e di un maggiore tempo perché essa si produca.
Diminuisce la capacità di ottenere erezioni rigide e difficili da piegare; la ridotta capacità di ottenere un pene rigido può rendere più difficile e non sempre possibile la penetrazione.
L'erezione tende a durare di meno e la detumescenza peniena post-eiaculatoria è più rapida a verificarsi. Il periodo refrattario, ovvero il periodo necessario perché dopo una eiaculazione sia possibile una nuova erezione, tende ad aumentare: mentre nel giovane può essere solo di pochi minuti, con il passare degli anni può raggiungere le 24 e più ore. La possibilità quindi di ottenere rapporti multipli cade drasticamente.
Per quanto riguarda la risposta eiaculatoria ed orgasmica diminuisce la spinta e la necessità di eiaculare. L'uomo può così prolungarsi nel rapporto sessuale senza sentire la necessità della scarica orgasmica. Il tempo necessario per ottenere l'eiaculazione aumenta e questa non sempre è possibile. L'uomo può avere difficoltà ad eiaculare e a volte, pur se lo desidera, deve rinunciarvi. Diminuisce inoltre la forza di espulsione del liquido seminale che tende a scorrere all'esterno più che a schizzare fuori.
Il volume dello sperma espulso con l'eiaculato tende a diminuire con gli anni e le contrazioni muscolari orgasmiche divengono meno intense.
Mancano studi scientifici sul desiderio sessuale, sull'orientamento e sulla identità sessuale del maschio in andropausa. Per quanto riguarda il desiderio si può osservare che esso non scompare con l'età, poiché una volta strutturato durante la pubertà è difficile che possa essere completamente perso. Piuttosto spesso si modifica, sia quantitativamente che qualitativamente: con il passare del tempo si attenua, diviene meno ossessivo e meno impellente, meno urgente, meno irruente e più selettivo. Altre volte (specie quando, con l'avanzare degli anni, l'uomo si sente ferito nella sua identità di maschio) il desiderio può essere o sembrare aumentato; in questi casi l'individuo può essere spinto in modo ossessivo alla soddisfazione della sua identità sessuale. Più che di vero desiderio sessuale in questi casi si tratta di paura circa la propria virilità, di desiderio di potenza: il soggetto cerca nella affermazione della capacità seduttiva e nella ripetizione dell'atto sessuale la conferma della sua virilità.
In altri casi si assiste a modifiche qualitative del desiderio sessuale. Da acuto e focalizzato tende a divenire più vago e soffuso, da aggressivo e pulsionale tende ad essere più affettivo ed intimo. Più che mirare al soddisfacimento della carica erotica e alla scarica energetica, diventa teso alla ricerca della relazione intima ed emozionale con la partner.
Questi mutamenti del desiderio, del modo di sentire la pulsione sessuale, non vengono sempre riconosciuti dal singolo, che li vive ma non è in grado di valutarli fino in fondo. Spesso quindi l'uomo in andropausa non vive negativamente le variazioni del desiderio sessuale così come invece fa per la riduzione della efficienza dell'erezione, della eiaculazione e dell'orgasmo. E' così frequente osservare asincronie tra desiderio e potenza sessuale. A volte infatti il desiderio, pur se variato nei suoi caratteri, supera le possibilità biologiche e fisiche della capacità di erezione e di penetrazione. Altre volte il desiderio è inferiore alla capacità erettile dell'individuo. L'uomo ha la capacità di rispondere in modo adeguato alle sollecitazioni erotiche, ma non ha voglia o la voglia è minima.
L'identità sessuale muta con il tempo e si modifica nel corso degli anni; essa è particolarmente messa alla prova durante l'andropausa. Infatti l'identità sessuale del maschio risiede fondamentalmente nella sessualità vissuta e nella sua capacità di praticarla: l'identità maschile si identifica nella potenza sessuale, nel vedersi e nell'essere visto come maschio, come persona che possiede e sa usare i genitali, che è capace di avere rapporti sessuali come ed ogni volta che vuole o può. L'identità sessuale maschile durante l'andropausa viene ad essere compromessa per vari motivi: il corpo non si conforma più agli ideali della corporalità e della fisicità del giovane. La barba e i capelli iniziano a diventare bianchi, compare la presbiopia e iniziano i primi disturbi a carico della prostata. Il maschio scopre inoltre che il proprio corpo non risponde più come un tempo. Risulta difficile per l'uomo in andropausa ritrovarsi o confrontarsi a modelli di sessualità adolescenziale e del giovane adulto. Modelli che "impongono " erezioni ossessive ed onnipresenti, eiaculazioni quotidiane o pluriquotidiane, pene rigido al mattino e in tutte le occasioni "utili".
L'identità sessuale in andropausa viene compromessa quindi dallo specchio che la società offre all'uomo. Il "fantasma" della omosessualità, come paura massima della demascolinizzazione, può emergere in questi casi. Si tratta naturalmente di una paura immotivata e non di una possibilità reale. Non è infatti possibile che un uomo possa, in età andropausale, in seguito a problemi di potenza sessuale e solo per essi, divenire omosessuale. Con gli anni l'orientamento sessuale può divenire più ampio e vario. Le preferenze e le scelte sessuali cambiano. L'uomo può essere, a volte, interessato a spingersi a sperimentare forme nuove e diverse di sesso e di sessualità. Può spingersi alla ricerca di materiale porno o di situazioni trasgressive. Oppure, al contrario, può ricercare con forza esperienze nuove, di tipo romantico ed affettivo. In alcuni casi può arrivare anche alla esperienza omosessuale o ricercare forme di sessualità alternative e socialmente condannabili.
Manifestazioni cliniche della sessualità
L'impatto che l'andropausa può avere nei singoli individui può essere estremamente diverso. Per alcuni infatti l'andropausa può verificarsi a 40 anni, per altri a 70. Per alcuni può significare impotenza e completa demascolinizzazione, per altri piccoli mutamenti che non pregiudicano virilità e capacità sessuale.
La grande variabilità con cui l'andropausa si manifesta può essere dovuta a fattori fisici, psicologici, relazionali e culturali.
Esempio classico è quello di un uomo affetto da diabete mellito con danno sui nervi dell'erezione (neuropatia diabetica) che va incontro ad una decadenza sessuale precoce.
Fattori psico-culturali sono invece implicati in altri casi. Prendiamo ad esempio il caso di un uomo di 60 anni che di fronte al normale ritardo della eiaculazione, tipico dell'età, entri in uno stato di ansia-allarme spesso esasperato dalla partner. Il soggetto può passare rapidamente da una condizione fisiologica, legata all'età, ad un disturbo sessuale fino ad una vera patologia sessuale. In questi casi lo stabilirsi di una sorta di "circolo vizioso" può esaltare il problema ed arrivare a rovinare completamente la vita sessuale del soggetto.
Il rapporto tra età e sessualità è evidente. Il decadimento e l'uscita dalla vita sessuale attiva sono in rapporto con l'età. Sappiamo che l'incidenza dell'impotenza sessuale cresce con l'avanzare degli anni. Non sempre è vero il contrario, ovvero che una età non avanzata o uno stato di apparente salute psico-fisica siano sinonimi di efficienza sessuale. Non esiste inoltre nessuna correlazione tra status sociale ed economico e vigore sessuale. Spesso, nella nostra società, l'uomo raggiunge il massimo del suo prestigio economico e sociale tra i 50 ed i 60 anni. In questi casi le occasioni, le opportunità e le tentazioni sessuali sono numerose ma non l'efficienza sessuale! Al contrario la donna può, attorno all'epoca della menopausa, raggiungere il massimo del suo interesse e "vigore" sessuale.
Cronologia della decadenza sessuale
Il decadimento sessuale maschile in andropausa prima è qualitativo poi è quantitativo; prima è più facile a verificarsi in condizioni particolari, poi si osserva anche in condizioni di base; all'inizio è intermittente poi si stabilizza. L'aspetto qualitativo della sessualità è il primo ad essere interessato dall'avanzare degli anni. L'erezione spontanea mattutina diviene meno frequente, le erezioni in corso di masturbazione o coito meno forti e durature, la spinta anterograda del seme, durante l'eiaculazione, meno vigorosa, le sensazioni orgasmiche meno efficaci e significative, il desiderio sessuale meno intenso e coinvolgente.
Eventuali difficoltà o vere e proprie défaillance sono facili a determinarsi, inizialmente, in situazioni diverse dalla normale routine sessuale. Esse si verificano in genere in occasione di stress aspecifico come stress lavorativo, tensione familiare o finanziaria o di altro tipo; oppure stress sessuale specifico come in seguito ad un incontro con una partner nuova e particolarmente desiderata o durante un rapporto extraconiugale. In alcuni casi la decadenza sessuale sembra manifestarsi in modo improvviso. Altre volte disturbi transitori precedono ed anticipano difficoltà più stabili o strutturate. Accade così che prestazioni sessuali deficitarie o nulle si alternino in un primo tempo a prestazioni normali o anche eccellenti. Poi con il tempo il disturbo aumenta, si cronicizza, si stabilizza.
Labilità sessuale e desiderio di potenza
Un vecchio proverbio dice: "il sesso non vuole pensieri...". L'importanza di eventi disturbanti sull'attività sessuale, e l'erezione in particolare, è ben conosciuta. Il rapporto sessuale richiede quindi calma e tranquillità e mal sopporta preoccupazioni e stati d'ansia.
La sensibilità allo stimolo negativo è dunque ben nota. nel periodo della maturità sessuale e in andropausa inoltre l'effetto negativo degli stress è ancora più evidente. Anche una minima tensione può far precipitare situazioni in equilibrio precario. Un evento spesso banale che nel giovane è privo di significato può nel maschio in andropausa essere sufficiente a determinare la perdita dell'erezione.
Per fronteggiare il decadimento della efficienza della risposta sessuale l'uomo in andropausa spesso ricerca stimoli più intensi e forti. A volte sceglie una partner nuova o più giovane, altre volte ricorre all'uso di materiale pornografico, quali riviste e videocassette. Il ricorso a materiale porno può ben essere paragonato ad un rimedio di tipo protesico: l'individuo incapace ad accedere direttamente alle proprie risorse erotiche interne, ricorre a mezzi sussidiari esterni allo scopo di ottenere artificialmente un nuovo vigore.
La pornografia, spesso, invece di stimolare fa terra bruciata dell'immagine ed esaurisce lo spazio del desiderio. I rimedi quindi sono spesso peggiori del male.
Una nuova partner, oltre che più eccitante, può rivelarsi anche più ansiogena e difficile da soddisfare. Il ricorso al porno può trasmettere in un primo tempo, grazie alla trasgressività che comporta, migliori e più intense erezioni, può però rivelarsi successivamente un'arma a doppio taglio: oltre ad esaurire rapidamente la sua carica erotogena, la sua presenza può divenire indispensabile per rendere possibile una qualsiasi risposta sessuale.
L'incapacità al controllo eiaculatorio, ovvero l'eiaculazione precoce, facilita l'insorgere dell'andropausa e ne accelera il processo involutivo. Il maschio andropausale è un maschio a ridotta potenza, a ridotta energia. Dal punto di vista energetico l'eiaculazione precoce consiste nella incapacità di gestire, sopportare, la tensione sessuale per un tempo utile. L'eiaculazione precoce scarica rapidamente la sua energia, spesso nel momento stesso in cui essa viene prodotta. La immediata perdita energetica, tipica dell'uomo incapace del controllo eiaculatorio, ha conseguenze assai deleterie sulla intera sessualità: i maschi eiaculatori precoci in andropausa, vanno rapidamente incontro a disturbi dell'erezione e più rapidamente dei loro coetanei possono divenire impotenti.
Infezioni croniche delle vie genitali e sessualità
E' opinione diffusa ritenere che una precoce decadenza sessuale, o una difficoltà dell'erezione, o una vera e propria impotenza sessuale possano derivare da una intensa e sfrenata attività sessuale paticata in età giovanile. Viene generalmente compresa in questa attività ritenuta eccessiva anche una prolungata pratica masturbatoria. In realtà chi più ha vissuto il sesso attivo, chi più lo ha esercitato, più facilmente è capace di esercitarlo ancora, più facilmente ha una vita sessuale più longeva. Questo è vero purché abbia vissuto la sua sessualità con serenità, traendone esperienze positive e piacevoli, acquisendo benessere ed abilità.
E' peraltro importante che l'individuo non abbia contratto malattie veneree. Le malattie sessualmente trasmesse possono essere molto gravi, come sifilide o AIDS, e mettere in pericolo la vita stessa dell'individuo, o possono minare l'efficienza sessuale a lungo termine come nel caso di infezioni ed infiammazioni croniche delle vie genitali maschili. Si tratta di malattie che le donne conoscono molto bene a causa dell'evidenza di sintomi quali prurito e perdite vaginali, mentre quasi sempre esse sono asintomatiche nell'uomo. Passano quindi facilmente inosservate per molto tempo, potendo provocare infiammazioni croniche della prostata e delle vescicole seminali (prostato-vesciculiti croniche). Queste, oltre ad essere causa importante nel giovane di infertilità, possono condizionare in andropausa una precoce decadenza della capacità sessuale. Quindi se un sesso intenso ma sano si accorda con il motto: "chi più lo usa, più lo conserva", un sesso non protetto o non sicuro è in linea con il detto: "chi più lo usa, più lo perde!".
Possono essere riconosciuti alcuni grandi gruppi, secondo i vari problemi e le diverse manifestazioni.
Sono quelli che meglio si adattano alle modificazioni fisiologiche imposte dalla loro età. Vivono serenamente il passaggio dalla sessualità forte e vigorosa della gioventù a quella della maturità, fino a quella della vecchiaia. Il sesso diviene più cerebrale, meno grossolano, più raffinato. La risposta sessuale, pur meno pronta ed imperiosa, è sempre valida. Compensano la minore forza e la minore velocità di risposta con una maggiore abilità, padronanza, esperienza e sicurezza. Spesso, addirittura, essi affermano di non essersi mai sentiti meglio dal punto di vista sessuale e di vivere con senso di pienezza e di vigore il loro essere maschi.
Si tratta di un gruppo numeroso e di rilevanza clinica. Sono individui che sono sempre stati precoci, anche se spesso sembrano essersi accorti della loro precocità solo ora. Da giovani hanno compensato la loro incapacità al controllo eiaculatorio grazie a rapporti multipli. Spesso erano abituati a masturbarsi prima di un rapporto. Ora che con l'avanzare dell'età la potenza è andata diminuendo, questo non è più possibile. La eiaculazione precoce anticipa in essi il decadimento sessuale e favorisce la comparsa di disturbi dell'erezione.
Andropausali con prolungata inattività sessuale
Sono il separato, il divorziato, il vedovo. Esempio classico è quello del vedovo che ha vissuto un lungo periodo di inattività sessuale. Nel momento in cui ha una nuova relazione si espone ad una situazione di tensione ed ansia. Sia perché sperimenta un nuovo legame sentimentale e fisico, sia perché rivive aspetti emozionali legati alla partner scomparsa.
Lo stesso vale per divorziati o separati: questi spesso devono fare i conti con problematiche fallimentari legate alla pregressa relazione; spesso, quando la rottura è recente, l'uomo è depresso e il nuovo rapporto viene vissuto come una "prima volta".
Ansie e paure, vecchie e nuove, si confrontano con la capacità psico-biologica sessuale, ora meno efficiente.
In questi casi la partner è come assente o si presenta sessualmente inadeguata. Esempi sono la moglie malata o invalida o ancora la moglie-madonna, fattrice asessuata di figli e madre-modello. La moglie viene riferita come poco stimolante sessualmente o poco interessata al sesso. Allo scarso vigore sessuale dell'uomo si associa quindi una scarsa capacità di induzione erotica della donna. Spesso, peraltro, l'uomo è stato in parte responsabile della scarso "sex appeal" e scarso interesse sessuale della compagna.
Sono quelli che vogliono "provarsi" o vogliono essere più forti. Quasi sempre si identificano in uno stereotipo di sessualità che si rifà al modello mitico adolescenziale. Il fatto di volersi misurare li danneggia notevolmente innescando una serie di meccanismi psicologici ben noti, il cui unico risultato è quello di accelerare la comparsa della decadenza sessuale.
In molti di questi casi l'uomo pretende di competere sessualmente con la donna. Questo mentre l'uomo diventa meno forte sessualmente con il passare degli anni e la donna raggiunge l'apice con la maturità fisica e psicologica.
Con l'età l'incidenza di malattia aumenta, condizionando così una decadenza precoce, sia dal punto di vista globale che sessuale.
La malattia può essere aspecifica come una qualsiasi malattia cronica (ad esempio una cardiopatia, nefropatia e epatopatia più o meno avanzate) o più specifica e a potenziale interessamento sessuale diretto, come è il caso di pazienti endocrinologici, diabetici, neurologici. La malattia in questi casi contribuisce in modo decisivo al decadimento sessuale una volta giunti nell'età dell'andropausa.
Per concludere possiamo ben dire che l'andropausa è un fenomeno antico e recente al tempo stesso: è sempre esistita, così come da sempre esiste l'uomo, e da sempre l'uomo è un essere sessuato.
E' nello stesso tempo un fenomeno nuovo: oggi infatti più di ieri l'uomo ha la possibilità di confrontarsi con l'andropausa, di vivere più a lungo e in migliori condizioni e di vivere la sua sessualità anche quando è meno giovane.
L'uomo moderno inoltre vuole vivere la sessualità anche quando non è più finalizzata alla riproduzione. L'andropausa cerca un suo diritto di esistenza ed uno spazio più ampio nella vita dell'uomo contemporaneo. Questo proprio per non essere solo sinonimo di "pausa" per l'uomo, di "morte" della sessualità maschile. Per essere invece un modo nuovo, anche se diverso, per vivere con serenità il sesso e la sessualità.
E' quindi tempo che l'andropausa esca da quel mondo vago ed incerto in cui è stata, purtroppo a lungo, relegata. E' necessario inoltre che perda quell'aura di malattia che troppo spesso le è stata attribuita e che conquisti quella connotazione fisiologica e di normalità che le spetta di diritto.
Tratto da:
http://www.axnet.it/salute/tutti/sesso4.html Copyright ©1999 ISD Online. Ultimo aggiornamento : 05 Gennaio 2001. |
Torna alla pagina delle FAQ |